Il Castel Kandlburg a Rio di Pusteria
Il Castel Kandlburg è stato menzionato la prima volta nel 1284, ma si assume che le sue radici vadano addirittura nel 12° secolo.
All’epoca dotato di una torre sul lato est, quest’edificio originariamente era un feudo ducale.
L’arciduca Sigismondo conferma questo nel lontano 1491, il quale attesta di averlo ceduto in franca proprietà “al nostro armaiolo Hannsen von Tobel e per i suoi fidi servigi”.
L’armaiolo, a quei tempi, era un mestiere tra i più notabili, considerata l’estrema abilità necessaria per fabbricare gli “schioppi” che data la qualità dei materiali di allora, spesso risultavano più pericolosi per lo stesso fuciliere che non per la potenziale vittima davanti alla canna.
Nel 1643 il Castel Kandlburg è passato nella propietà di Johann Andreas Conte di Wolkenstein e Rodengo (1715)
Quant´è sonoro questo nome!
La casta e pura lirica dei trovatori e le più smodate gozzoviglie, i rapporti sociali nelle sfere più altolocate e la più assoluta solitudine di una dura prigionia, la vita cortigiana in tutte le sue sfacettatture, l’altezzoso ambiente dell’aristocrazia, le lunghe serate invernali davanti al caminetto e le notti d’estate arrichite dal canto degli usignoli ….
Durante il suo governo fu fatto il leggendario processo a Mathias Pergher (in altre fonti Berger), chiamato dalla vox populi „il Mangialiquidi“, proprio nel Kandlburg
Nel 1675 segue come regente Christoff Franz Conte di Wolkenstein (1707) con la sua donna Appollonia, nata contessa von Sinzendorf.
Ai Wolkenstein segue il casato dei signori von Preu e Khorburg che risiedono al Kandlburg fino alla morte del loro ultimo rampollo nel 1840. A partire dal 1689 e fino al 1825, anno in cui viene soppresso il giustizierato di Rodengo dei conti Wolkenstein, i von Preu e von Khorburg ricoprivano l’ufficio del giudice oltre a quello del curatore di Castel Rodengo.
Quante cose queste vecchie mura avranno visto e udito!
Alta politica, contenziosi intricati, liti esigue, eventi tragici, gli scontri tra i potenti, il modificarsi della coscienza di classe, l’avvento di tempi radicalmente nuovi.